Villa Romana di Patti
Indirizzo : Via Giovanni XXIII - Patti Marina
I lavori per la costruzione di una pila del viadotto dell’Autostrada Messina-Palermo furono, nell’agosto del 1973, l’occasione del ritrovamento di una grande Villa di età tardo imperiale romana. La felice collocazione territoriale, il respiro dello sviluppo architettonico, l’impegno realizzativi, economico ed estetico (che raggiunge l’acme nello splendore figurativo dei pavimenti musivi) trovano stringenti corrispettivi, anche per la corrispondenza del quadro storico e socio-economico,in altre due grandi ville siciliane del IV secolo d.C, sviluppatesi al centro di un vasto e complesso sistema latifondistico appartenenti a ceti aristocratici (le massae, articolato insieme di latifondi): la Villa del Casale di Piazza Armerina e la Villa del Tellaro presso Noto. Le regolari ed estese campagne di scavo, condottevi nell’ultimo trentennio dalle Soprintendenze di Siracusa e, dal 1987, di Messina, e sempre curate scientificamente da Giuseppe Voza, hanno condotto alla definizione del vasto impianto della Villa, su un estensione di circa 20000 mq. a Nord della Stazione Ferroviaria e ad Est del torrente Montagna Reale.
Nell’organizzazione planimetrica si distinguono quattro nuclei principali:
1) Un ingresso secondario ed i suoi annessi sul lato Ovest;.
2) Il nucleo di rappresentanza,e fulcro dello sviluppo planimetrico, costituito dal grande peristilio porticato attorno al quale si articolano diversi ambienti, fra cui spiccano, sul lato meridionale, l’ampia sala Tricora a tre absidi coperte da semicupole, presumibilmente il triclinium, e la grande sala absidata sul lato orientale, in posizione eccentrica. I pavimenti dei portici del peristilio come quelli della sala tricora, e degli altri ambienti non ancora completamente esplorati, risplendono per la ricca decorazione musiva, che i caratteri figurativi e stilistici e gli schemi figurativi consentono di ascrivere alla grande scuola dell’Africa settentrionale, cui si devono anche i complessi musivi delle ville di Piazza Armerina e del Tellaro. Nella sala tricora la decorazione si sviluppa in un intreccio di medaglioni circolari e di ottagoni curvilinei con al centro diversi animali domestici e selvatici. Nel portico del peristilio si estendeva un vero e proprio tappeto variopinto con doppia serie di riquadri a motivi geometrici o floreali delimitati da festoni di alloro,trecce e meandri spezzati.
3) Un grande portico all’estremità nord del complesso,del quale deve essere completato l’esplorazione.
4) Gli impianti termali a nord-est del peristilio.
La Villa come attestano i dati di scavo si impiantò, nel corso del IV secolo d.C, su di un complesso più antico,un’altra villa sorta probabilmente (a sua volta su una precedente fase edilizia) tra il II e il III secolo d.C.Di essa sono stati messi in luce, al di sotto del piano pavimentale della corte peristilio,le fondazioni di alcuni ambienti disposti attorno a una sala più ampia - sul quale si apre un vano (un tablinum) con pavimento musivo policromo con medaglione con la figura del dio Dioniso e ai lati riquadri con bighe guidate da eroti e trainate da antilopi e fiere. La lunga e paziente analisi dei crolli dell’elevato all’interno del peristilio e della loro ha portato ad accertare che nella seconda metà del IV secolo d.C la villa fu abbattuta da un catastrofico terremoto.
Nell’ambito di lunghi e difficili interventi di restauro e di anastilosi, ancora in corso, sono stati risollevati il pilastro dell’angolo sud orientale del portico,un tratto del muro di fondo del peristilio,ad est della sala trifora e l’antistante arco ribassato, impostato su due pilastri.
Successivamente al sisma,in età bizantina,tra VI e VII secolo d.C, i resti della villa furono in parte riabituati, e ristrutturati: a questa fase insediativi appartengono una serie di tombe a fossa in muratura Sia i corredi sia i materiali ceramici e numismatici dei corrispondenti livelli abitativa consentono di definire un protrarsi dell’abitato almeno sino al X secolo d.C..
Il piccolo Antiquarium della Villa, aperto nel gennaio 2001, offre un esemplificazione scelta sia delle testimonianze di cultura materiale delle varie fasi abitative della villa, soprattutto le diverse classi ceramiche, quali terra sigillata africana e di altre fabbriche, lucerne, ceramica da cucina, ceramica comune di diverse tipologie, anfore, dolii etc. ma anche terrecotte figurate e,fra le altre classi di manufatti, oreficerie, monete, una tessera da circo a rilievo in bronzo etc.Sono anche esposti manufatti in marmo di particolare pregio dalle decorazioni, soprattutto architettoniche, della Villa del IV secolo d.C. e di quella precedente:mensole architettoniche, un capitello corinzieggiante, una lastra con figurazione a rilievo (una donna e una Nike che compie una libagione presso un altare), un altorilievo con una figura panneggiata in trono, un torso maschile etc.L’esposizione è didatticamente arricchita da pannelli con planimetrie delle varie fasi della Villa e ricca documentazione fotografica.
fonte assessorato regionale al ramo
Indirizzo : Via Giovanni XXIII - Patti Marina
I lavori per la costruzione di una pila del viadotto dell’Autostrada Messina-Palermo furono, nell’agosto del 1973, l’occasione del ritrovamento di una grande Villa di età tardo imperiale romana. La felice collocazione territoriale, il respiro dello sviluppo architettonico, l’impegno realizzativi, economico ed estetico (che raggiunge l’acme nello splendore figurativo dei pavimenti musivi) trovano stringenti corrispettivi, anche per la corrispondenza del quadro storico e socio-economico,in altre due grandi ville siciliane del IV secolo d.C, sviluppatesi al centro di un vasto e complesso sistema latifondistico appartenenti a ceti aristocratici (le massae, articolato insieme di latifondi): la Villa del Casale di Piazza Armerina e la Villa del Tellaro presso Noto. Le regolari ed estese campagne di scavo, condottevi nell’ultimo trentennio dalle Soprintendenze di Siracusa e, dal 1987, di Messina, e sempre curate scientificamente da Giuseppe Voza, hanno condotto alla definizione del vasto impianto della Villa, su un estensione di circa 20000 mq. a Nord della Stazione Ferroviaria e ad Est del torrente Montagna Reale.
Nell’organizzazione planimetrica si distinguono quattro nuclei principali:
1) Un ingresso secondario ed i suoi annessi sul lato Ovest;.
2) Il nucleo di rappresentanza,e fulcro dello sviluppo planimetrico, costituito dal grande peristilio porticato attorno al quale si articolano diversi ambienti, fra cui spiccano, sul lato meridionale, l’ampia sala Tricora a tre absidi coperte da semicupole, presumibilmente il triclinium, e la grande sala absidata sul lato orientale, in posizione eccentrica. I pavimenti dei portici del peristilio come quelli della sala tricora, e degli altri ambienti non ancora completamente esplorati, risplendono per la ricca decorazione musiva, che i caratteri figurativi e stilistici e gli schemi figurativi consentono di ascrivere alla grande scuola dell’Africa settentrionale, cui si devono anche i complessi musivi delle ville di Piazza Armerina e del Tellaro. Nella sala tricora la decorazione si sviluppa in un intreccio di medaglioni circolari e di ottagoni curvilinei con al centro diversi animali domestici e selvatici. Nel portico del peristilio si estendeva un vero e proprio tappeto variopinto con doppia serie di riquadri a motivi geometrici o floreali delimitati da festoni di alloro,trecce e meandri spezzati.
3) Un grande portico all’estremità nord del complesso,del quale deve essere completato l’esplorazione.
4) Gli impianti termali a nord-est del peristilio.
La Villa come attestano i dati di scavo si impiantò, nel corso del IV secolo d.C, su di un complesso più antico,un’altra villa sorta probabilmente (a sua volta su una precedente fase edilizia) tra il II e il III secolo d.C.Di essa sono stati messi in luce, al di sotto del piano pavimentale della corte peristilio,le fondazioni di alcuni ambienti disposti attorno a una sala più ampia - sul quale si apre un vano (un tablinum) con pavimento musivo policromo con medaglione con la figura del dio Dioniso e ai lati riquadri con bighe guidate da eroti e trainate da antilopi e fiere. La lunga e paziente analisi dei crolli dell’elevato all’interno del peristilio e della loro ha portato ad accertare che nella seconda metà del IV secolo d.C la villa fu abbattuta da un catastrofico terremoto.
Nell’ambito di lunghi e difficili interventi di restauro e di anastilosi, ancora in corso, sono stati risollevati il pilastro dell’angolo sud orientale del portico,un tratto del muro di fondo del peristilio,ad est della sala trifora e l’antistante arco ribassato, impostato su due pilastri.
Successivamente al sisma,in età bizantina,tra VI e VII secolo d.C, i resti della villa furono in parte riabituati, e ristrutturati: a questa fase insediativi appartengono una serie di tombe a fossa in muratura Sia i corredi sia i materiali ceramici e numismatici dei corrispondenti livelli abitativa consentono di definire un protrarsi dell’abitato almeno sino al X secolo d.C..
Il piccolo Antiquarium della Villa, aperto nel gennaio 2001, offre un esemplificazione scelta sia delle testimonianze di cultura materiale delle varie fasi abitative della villa, soprattutto le diverse classi ceramiche, quali terra sigillata africana e di altre fabbriche, lucerne, ceramica da cucina, ceramica comune di diverse tipologie, anfore, dolii etc. ma anche terrecotte figurate e,fra le altre classi di manufatti, oreficerie, monete, una tessera da circo a rilievo in bronzo etc.Sono anche esposti manufatti in marmo di particolare pregio dalle decorazioni, soprattutto architettoniche, della Villa del IV secolo d.C. e di quella precedente:mensole architettoniche, un capitello corinzieggiante, una lastra con figurazione a rilievo (una donna e una Nike che compie una libagione presso un altare), un altorilievo con una figura panneggiata in trono, un torso maschile etc.L’esposizione è didatticamente arricchita da pannelli con planimetrie delle varie fasi della Villa e ricca documentazione fotografica.
fonte assessorato regionale al ramo