Palazzo Trigona
E’ appartenuto al casato nobile più importante e longevo di Piazza Armerina; i loro possedimenti erano sparsi per tutta la Sicilia.
Dal 1500 fino alla prima metà del 1800 la dinastia dei Trigona, infatti, è cresciuta sempre di più conquistando nuovi possedimenti e raggiungendo un ruolo importante all’interno dell’aristocrazia dell’Isola. La maestosità del Palazzo ne è la testimonianza concreta, esso fu costruito sul lato est della piazza dove si erge il Duomo, anch’esso voluto e finanziato dai Trigona, nella parte sommitale che sovrasta tutto l’abitato di Piazza.
I lavori iniziarono sul finire del XVII sec. e ultimati nella prima metà del XVIII; Matteo Trigona, futuro vescovo di Siracusa, ed il fratello Ottavio iniziarono ad occuparsi fattivamente di tale opera attorno al 1690, quando intrapresero le operazioni d’acquisto delle case circostanti a quelle già di loro proprietà; anche se le opere riguardanti le decorazioni continuarono a varie riprese, secondo il rinnovato gusto di coloro che lo abitarono, fino al 1920 circa.
Non esistono testimonianze che possano attribuire con certezza una firma alla progettazione ma, si può affermare con buona probabilità che fu l’architetto Orazio Torriani, che seguì i lavori del Duomo, a contribuire alle scelte ed alle idee per la costruzione del Palazzo.
L’architetto Franco Minissi che, in una prima fase, ne ha curato il restauro, sostiene che “… esso sia opera di maestranze locali legate ancora a schemi decorativi del passato …”.
La pianta è rettangolare, con corte interna, si sviluppa su tre piani oltre l’ampio e comodo sottotetto. Costruito in mattoni di terracotta a faccia vista e pietra arenaria locale, presenta il prospetto nord, quello sulla piazza Duomo, delimitato da lesene e al centro un ampio portale, balconi dotati ringhiere di notevole pregio, e finestre. La composizione architettonica riprende la grammatica compositiva del tempo, con un basamento, nel quale è inserito il Piano Mezzano, il paramento che compone il Piano Nobile e il coronamento con il Piano Cadetto.
Al centro, sull’architrave del balcone centrale, campeggia il fregio simbolo del casato: l’aquila reale caratterizzata da uno scudo con sfondo azzurro, un triangolo, sullo spigolo basso sinistro, ed una cometa, in alto a destra. L’androne immette nel cortile interno, ai locali terrani e ad una ampia scalinata che conduce al piano nobile, il piano terra era adibito a magazzini e stalle. Il piano nobile in era origine pavimentato con preziose maioliche di Caltagirone, andate perse, oggi sapientemente riprodotte sulla base di frammenti originali, mentre i soffitti sono coperti a volta sia a botte che a crociera, tutti affrescati con motivi floreali e paesaggi di stile neoclassico, oggi completamente restaurati. In particolare l’ala destra del piano nobile è costituita da due ampie sale con i soffitti decorati in oro e pastello rappresentanti fauna e flora. La prima di queste sale contiene la cappella di famiglia, chiusa dentro un grande armadio con un altare in legno e un reliquiario.
Il Palazzo è passato nella disponibilità della Regione dal 1960, senza i preziosi mobili settecenteschi e le opere d’arte, tenute dagli ultimi eredi.
Oggi sede del Servizio Parco Archeologico della Villa Romana del Casale e delle aree archeologiche di Piazza Armerina e dei Comuni limitrofi, costituisce la Porta del Parco, al suo interno troveranno alloggio gli Uffici del Parco per divenire il Centro Direzionale di tutta l’attività.
Destinazione principale sarà il Museo del Territorio e della Città con l’esposizione di alcune collezioni stabili, provenienti dagli scavi dei siti archeologici del territorio, oltre che oggetti, documenti e materiali che illustreranno la storia della Città di Piazza Armerina.
Il Palazzo ospiterà anche mostre ed allestimenti temporanei, sede di convegni, dibattiti, incontri e un Centro Studi sui mosaici e sull’archeologia del tardo-antico, collegato alle più importanti Istituzioni del settore, con riferimento a tutta l’area Mediterranea, rappresentando la Villa del Casale un primo esempio di mediazione culturale, per l’incontro delle culture nord africane e dell’occidente romano.
Palazzo Trigona sarà anche sede della BiAM (la Biennale d’Arte del Mediterraneo), in fase di progetto, che si rivolgerà agli artisti dell’area mediterranea, sul tema del confronto e della conoscenza delle diverse componenti culturali.
fonte: sito della villa romana del casale
E’ appartenuto al casato nobile più importante e longevo di Piazza Armerina; i loro possedimenti erano sparsi per tutta la Sicilia.
Dal 1500 fino alla prima metà del 1800 la dinastia dei Trigona, infatti, è cresciuta sempre di più conquistando nuovi possedimenti e raggiungendo un ruolo importante all’interno dell’aristocrazia dell’Isola. La maestosità del Palazzo ne è la testimonianza concreta, esso fu costruito sul lato est della piazza dove si erge il Duomo, anch’esso voluto e finanziato dai Trigona, nella parte sommitale che sovrasta tutto l’abitato di Piazza.
I lavori iniziarono sul finire del XVII sec. e ultimati nella prima metà del XVIII; Matteo Trigona, futuro vescovo di Siracusa, ed il fratello Ottavio iniziarono ad occuparsi fattivamente di tale opera attorno al 1690, quando intrapresero le operazioni d’acquisto delle case circostanti a quelle già di loro proprietà; anche se le opere riguardanti le decorazioni continuarono a varie riprese, secondo il rinnovato gusto di coloro che lo abitarono, fino al 1920 circa.
Non esistono testimonianze che possano attribuire con certezza una firma alla progettazione ma, si può affermare con buona probabilità che fu l’architetto Orazio Torriani, che seguì i lavori del Duomo, a contribuire alle scelte ed alle idee per la costruzione del Palazzo.
L’architetto Franco Minissi che, in una prima fase, ne ha curato il restauro, sostiene che “… esso sia opera di maestranze locali legate ancora a schemi decorativi del passato …”.
La pianta è rettangolare, con corte interna, si sviluppa su tre piani oltre l’ampio e comodo sottotetto. Costruito in mattoni di terracotta a faccia vista e pietra arenaria locale, presenta il prospetto nord, quello sulla piazza Duomo, delimitato da lesene e al centro un ampio portale, balconi dotati ringhiere di notevole pregio, e finestre. La composizione architettonica riprende la grammatica compositiva del tempo, con un basamento, nel quale è inserito il Piano Mezzano, il paramento che compone il Piano Nobile e il coronamento con il Piano Cadetto.
Al centro, sull’architrave del balcone centrale, campeggia il fregio simbolo del casato: l’aquila reale caratterizzata da uno scudo con sfondo azzurro, un triangolo, sullo spigolo basso sinistro, ed una cometa, in alto a destra. L’androne immette nel cortile interno, ai locali terrani e ad una ampia scalinata che conduce al piano nobile, il piano terra era adibito a magazzini e stalle. Il piano nobile in era origine pavimentato con preziose maioliche di Caltagirone, andate perse, oggi sapientemente riprodotte sulla base di frammenti originali, mentre i soffitti sono coperti a volta sia a botte che a crociera, tutti affrescati con motivi floreali e paesaggi di stile neoclassico, oggi completamente restaurati. In particolare l’ala destra del piano nobile è costituita da due ampie sale con i soffitti decorati in oro e pastello rappresentanti fauna e flora. La prima di queste sale contiene la cappella di famiglia, chiusa dentro un grande armadio con un altare in legno e un reliquiario.
Il Palazzo è passato nella disponibilità della Regione dal 1960, senza i preziosi mobili settecenteschi e le opere d’arte, tenute dagli ultimi eredi.
Oggi sede del Servizio Parco Archeologico della Villa Romana del Casale e delle aree archeologiche di Piazza Armerina e dei Comuni limitrofi, costituisce la Porta del Parco, al suo interno troveranno alloggio gli Uffici del Parco per divenire il Centro Direzionale di tutta l’attività.
Destinazione principale sarà il Museo del Territorio e della Città con l’esposizione di alcune collezioni stabili, provenienti dagli scavi dei siti archeologici del territorio, oltre che oggetti, documenti e materiali che illustreranno la storia della Città di Piazza Armerina.
Il Palazzo ospiterà anche mostre ed allestimenti temporanei, sede di convegni, dibattiti, incontri e un Centro Studi sui mosaici e sull’archeologia del tardo-antico, collegato alle più importanti Istituzioni del settore, con riferimento a tutta l’area Mediterranea, rappresentando la Villa del Casale un primo esempio di mediazione culturale, per l’incontro delle culture nord africane e dell’occidente romano.
Palazzo Trigona sarà anche sede della BiAM (la Biennale d’Arte del Mediterraneo), in fase di progetto, che si rivolgerà agli artisti dell’area mediterranea, sul tema del confronto e della conoscenza delle diverse componenti culturali.
fonte: sito della villa romana del casale