All’epoca della sua edificazione si trovava fuori dalle mura di Piazza Armerina e dipendeva dal Gran Priore di S. Andrea. L’edificio attuale è il frutto del lavoro di ampliamento dei frati Francescani ai quali (dopo annose controversie) nei primi anni del 1500 fu affidato. Questi inoltre costruirono il convento che ancora oggi possiamo scorgere accanto alla chiesa.
L’inaugurazione del complesso avvenne nel 1562. Parte dei lavori come la costruzione della cappella principale, delle cappelle a sud e del chiostro quadrato vennero eseguiti grazie al nobile Fra Girolamo Cagno di Piazza e per questo motivo furono scolpite nell’arco del presbiterio i simboli del suo casato.
Nel 1624 il convento di S. Pietro, tramite concessione del vicerè Emanuele Filiberto di Savoia, fu dichiarato di regio patronato con la conseguente innalzamento dello stemma reale nella chiesa. Fu così che le famiglie nobili di quel periodo (Trigona di Cimia, Trigona di Gatta, Sanfilippo, Boccadifuoco, Polizzi, De Assoro) fecero costruire all’interno della chiesa cappelle di gran pregio al fine di utilizzarle come mausolei.Nel frattempo l’adiacente convento era divenuto famoso per la sua ricca biblioteca, la quale nel 1876 contribuì coi suoi volumi ad apprestare l’attuale biblioteca comunale.
La chiesa di S. Pietro è un pregevole esempio di architettura medio-rinascimentale. La facciata è molto semplice, impreziosita esclusivamente dal portale manieristico in pietra arenaria.
La semplicità dell’esterno contrasta con i numerosi e ricercati elementi decorativi e architettonici che troviamo al suo interno. Una volta entrati possiamo infatti osservare il magnifico soffitto ligneo a cassettoni perfettamente conservato; non sono da meno le cappelle nobiliari già citate, in particolare quella della famiglia Trigona di Cimia che presenta dei pregevolissimi bassorilievi realizzati da Antonio Gagini. Un altro particolare da ammirare attentamente è il grande arco frapposto tra l’unica navata ed il presbiterio che è impreziosito da intarsi e rilievi raffinati. Purtroppo è andata perduta l’antica pavimentazione realizzata con la famosa ceramica di Caltagirone. Dietro l’altare centrale si trova un tabernacolo ligneo sormontato da un grande dipinto raffigurante i santi Pietro e Paolo, opera artistica derubata.
fonte sito istituzionale chiesa S.Pietro
L’inaugurazione del complesso avvenne nel 1562. Parte dei lavori come la costruzione della cappella principale, delle cappelle a sud e del chiostro quadrato vennero eseguiti grazie al nobile Fra Girolamo Cagno di Piazza e per questo motivo furono scolpite nell’arco del presbiterio i simboli del suo casato.
Nel 1624 il convento di S. Pietro, tramite concessione del vicerè Emanuele Filiberto di Savoia, fu dichiarato di regio patronato con la conseguente innalzamento dello stemma reale nella chiesa. Fu così che le famiglie nobili di quel periodo (Trigona di Cimia, Trigona di Gatta, Sanfilippo, Boccadifuoco, Polizzi, De Assoro) fecero costruire all’interno della chiesa cappelle di gran pregio al fine di utilizzarle come mausolei.Nel frattempo l’adiacente convento era divenuto famoso per la sua ricca biblioteca, la quale nel 1876 contribuì coi suoi volumi ad apprestare l’attuale biblioteca comunale.
La chiesa di S. Pietro è un pregevole esempio di architettura medio-rinascimentale. La facciata è molto semplice, impreziosita esclusivamente dal portale manieristico in pietra arenaria.
La semplicità dell’esterno contrasta con i numerosi e ricercati elementi decorativi e architettonici che troviamo al suo interno. Una volta entrati possiamo infatti osservare il magnifico soffitto ligneo a cassettoni perfettamente conservato; non sono da meno le cappelle nobiliari già citate, in particolare quella della famiglia Trigona di Cimia che presenta dei pregevolissimi bassorilievi realizzati da Antonio Gagini. Un altro particolare da ammirare attentamente è il grande arco frapposto tra l’unica navata ed il presbiterio che è impreziosito da intarsi e rilievi raffinati. Purtroppo è andata perduta l’antica pavimentazione realizzata con la famosa ceramica di Caltagirone. Dietro l’altare centrale si trova un tabernacolo ligneo sormontato da un grande dipinto raffigurante i santi Pietro e Paolo, opera artistica derubata.
fonte sito istituzionale chiesa S.Pietro