Se andate a Palermo non potete fare a meno di visitare e immergervi negli odori, nei colori e nelle voci della Vucciria, il mercato storico di Palermo.
Vucciria proviene dalla parola Bucceria, tratto dal francese boucherie, che significa macelleria. Il mercato secoli fa era destinato al macello e alla vendita delle carni. Oggi si vende il pesce, la frutta, le verdure e anche la carne.
In siciliano "Vuccirìa" significa "confusione". La confusione delle voci che si accavallano e delle grida dei venditori che "abbanniano".
La vicinanza al porto cittadino stimolò l'insediamento di mercanti e commercianti genovesi, pisani, veneziani, etc. sin dal XII secolo. La presenza di numerosi artigiani è ancora leggibile dai nomi di alcune strade (via Chiavettieri, via Materassai, via dei Tintori...)
L'oro dei limoni, l'argento delle sarde fresche e salate, il bronzo delle olive e del corallo dei pomodori essiccati si mischiano con il verde dei broccoli e il rosso delle angurie.
E poi il luccichio dei pesci, poggiati su letti di ghiaccio tritato: gamberi, orate, scorfani, tonni, pescespada, polpi, seppie e calamari.
Il visitatore non potrà fare a meno di assaggiare i cibi cucinati sulla strada: polipi bolliti con spruzzatina di limone, il panino con "panelle", crocchè o con la milza, le stigghola.
La Vucciria di Palermo è rappresenta in un celebre dipinto di Renato Guttuso del 1974 esposto al Palazzo Steri.
Redazione
Vucciria proviene dalla parola Bucceria, tratto dal francese boucherie, che significa macelleria. Il mercato secoli fa era destinato al macello e alla vendita delle carni. Oggi si vende il pesce, la frutta, le verdure e anche la carne.
In siciliano "Vuccirìa" significa "confusione". La confusione delle voci che si accavallano e delle grida dei venditori che "abbanniano".
La vicinanza al porto cittadino stimolò l'insediamento di mercanti e commercianti genovesi, pisani, veneziani, etc. sin dal XII secolo. La presenza di numerosi artigiani è ancora leggibile dai nomi di alcune strade (via Chiavettieri, via Materassai, via dei Tintori...)
L'oro dei limoni, l'argento delle sarde fresche e salate, il bronzo delle olive e del corallo dei pomodori essiccati si mischiano con il verde dei broccoli e il rosso delle angurie.
E poi il luccichio dei pesci, poggiati su letti di ghiaccio tritato: gamberi, orate, scorfani, tonni, pescespada, polpi, seppie e calamari.
Il visitatore non potrà fare a meno di assaggiare i cibi cucinati sulla strada: polipi bolliti con spruzzatina di limone, il panino con "panelle", crocchè o con la milza, le stigghola.
La Vucciria di Palermo è rappresenta in un celebre dipinto di Renato Guttuso del 1974 esposto al Palazzo Steri.
Redazione