Il geografo arabo Idrisi, vissuto al tempo del Conte Ruggero, è il primo a darcene notizia: «Nessun castello è più forte di sito - riferisce - né meglio per la costruzione che questo qui, cui cinge intorno un fosso tagliato nella montagna. Si entra nel castello per un ponte di legno che si leva e si rimette come si vuole». Aggiunge il geografo che si trattava della dependance di un più importante maniero, detto Calathamet (Castello dei Bagni), che sorgeva su di una roccia chiamata Al Hammah. Questo nome le deriva dalla presenza di una sorgente di acqua termale che sgorgava nei pressi.
Di quest’ultima diceva ancora Idrisi che «la gente prende i bagni in quest’acqua che è del giusto calore, dolce e soave. Nei dintorni scorrono fiumi e delle riviere che fanno girare parecchi mulini...». Poco rimane delle vestigia di questa città che sorgeva sulla collina che sovrasta la gola da cui sgorga la sorgente stessa.
Fonte: sito comune Castellammare del Golfo
Oggi il Castello è un polo museale con il compito di tramandare “La Memoria del Mediterraneo” è stato adibito alla conservazione e valorizzazione del patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico della città e del suo territorio; è articolato in ben quattro sezioni.
Di quest’ultima diceva ancora Idrisi che «la gente prende i bagni in quest’acqua che è del giusto calore, dolce e soave. Nei dintorni scorrono fiumi e delle riviere che fanno girare parecchi mulini...». Poco rimane delle vestigia di questa città che sorgeva sulla collina che sovrasta la gola da cui sgorga la sorgente stessa.
Fonte: sito comune Castellammare del Golfo
Oggi il Castello è un polo museale con il compito di tramandare “La Memoria del Mediterraneo” è stato adibito alla conservazione e valorizzazione del patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico della città e del suo territorio; è articolato in ben quattro sezioni.