ll sito antico di Morgantina offre al visitatore il quadro di oltre mille anni di storia, dalla fondazione della città in età preistorica fino al suo declino, avvenuto nell’età imperiale romana. Nella Sicilia interna, Morgantina è senza dubbio la città antica meglio conosciuta in tutte le sue vicende, sia nei periodi della crescita e del suo benessere, sia nei momenti della disfatta e dell’abbandono.
Tale conoscenza della storia, dell’impianto urbano e dei monumenti di Morgantina è il frutto di circa un trentennio di campagne di scavo, che hanno portato alla luce quasi la totalità del centro urbano, oltre che una parte dei quartieri residenziali, per un complessivo trenta per cento del totale che ancora giace sottoterra. In base agli scavi archeologici, sappiamo ora che Morgantina possedeva una delle piante ortogonali più antiche della Sicilia interna e che, nel momento di maggiore splendore nel sec. III a.C., la città fu uno dei grandi centri extra- costieri dell’Isola. Inoltre a Morgantina subiamo il fascino di un complesso di monumenti di grande interesse, in un paesaggio di straordinaria bellezza, che fanno del sito uno dei più suggestivi e significativi dell’ Isola.
A Morgantina sono individuabili due aree ben distinte, che corrispondono alle due fasi principali della storia della Città:
1) l’insediamento antico e quello ellenistico - romano a Sella Orlando,
2) L’insediamento più antico, sul cocuzzolo denominato “la Cittadella”, ha le sue origini nella tarda età del b ronzo, quando un nucleo di emigrati provenienti dall’Italia meridionale vi fondo una città.
Il nucleo abitato sulla Cittadella sopravvisse per circa cinquecento anni.
Ad esso appartengono parecchie capanne dell’ età del ferro, come pure altri edifici pubblici (il bouleuterion; l’ekklesiasterion; il teatro e la fontana monumentale) nonché le lussuose dimore private sorte sulla collina orientale ed occidentale più grandi ed ambiziosi di epoca più recente; alla stessa epoca risale inoltre la fondazione dei numerosi santuari dedicati al culto delle dività ctonie.Quest’ultimi edifici dimostrano la presenza della cultura greca, arrivata a Morgantina con greci che provenivano dalle costiere città coloniali. Gli scavi sul pianoro di Sella Orlando hanno portato alla luce edifici e materiale archeologico databile allo stesso periodo, in quantità sufficiente per indicare che la seconda città di Morgantina, sul nuovo sito, è stata fondata nello stesso periodo in cui fu abbandonata la Cittadella, cioè verso la meta del sec. V a.C..
Nel terzo secolo il numero degli abitanti raggiungeva circa le 10.000 unita. L’ ultimo periodo della vita urbana corrisponde ai secoli II e I a.C.; ci sono chiari segni, quali l’abbandono o il crollo di molti edifici, il rialzamento del piano di calpestio nell’agora, dovuto ad una incontrollata erosione, e l’abbandono delle mura difensive. Infine, probabilmente punita da Ottaviano per aver parteggiato per Sesto Pompeo durante le guerre civili negli anni Trenta del sec. I a.C., Morgantina sopravvisse soltanto come piccolo ed insignificante centro abitato sino alla metà del sec. I d.C., quando il sito fu definitivamente abbandonato.
Così l’antica area urbana diveniva area per la coltivazione e si dimenticò anche il nome della vecchia città. In epoca moderna, il primo a descrivere i resti monumentali ancora visibili è stato il Fazello nel 1558; ma si dovette aspettare il 1884 per i primi scavi archeologici, eseguiti dall’ ingegnere nisseno Luigi Pappalardo. Più tardi il sito attrasse l’attenzione dell’archeologo Paolo Orsi, Soprintendente di Siracusa, che nel 1912 fece una campagna di scavi. Nel 1955 una missione statunitense, guidata da Erik Sjoqvist e da Richard Stillwell, iniziò una serie di campagne, annualmente, che sono ancora in corso. Queste hanno portato alla luce una gran par te dell’agorà e dei quartieri residenziali limitrofi, oltre al sito arcaico sulla Cittadella. La pubblicazione dei risultati degli scavi e nella collana ” Morgantina Studies” della Princeton University Press, di cui due volumi sulle terracotte e sulle monete sono già editi, e altri sei volumi sono in corso di stampa o in preparazione.
NUOVI SCAVI A MORGANTINA
Nell’ambito dei progetti avviati dalla Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Enna con i finanziamenti del POR 2000-2006, nel 2004 è stata effettuata una lunga campagna di scavi a Morgantina. Le ricerche svolte dalla Missione archeologica della Virginia University of America hanno riguardato vari settori della città antica. Sulla Cittadella si è completato lo scavo di una capanna rettangolare dell’Età del Ferro, che sia per le sue dimensioni, circa 25 metri di lunghezza, che per la sua ubicazione centrale si ritiene sia uno degli edifici principali della fase protostorica, quando Morgantina era abitata da genti di origine italica. A Serra Orlando i lavori principali sono stati realizzati presso la c.d. casa del tesoro di Eupolemos, nell’area dell’agorà ellenistica, nei quartieri residenziali a ovest dell’agorà, dove è stato messo in luce un tratto ben conservato della pavimentazione antica della plateia A, la strada principale della città.
Uno scavo di notevole estensione è stato condotto presso l’edificio termale nell’attigua contrada Agnese, databile al III secolo a.C., già parzialmente indagato negli anni settanta, la ripresa dello scavo ha permesso di determinare le dimensioni dell’edificio e di identificarne tutti gli ambienti, di cui i principali sono due sale rettangolari con volte a botte e una rotonda coperta da una cupola emisferica.
Gli elementi della copertura con volta a botte sono stati ritrovati crollati in situ, sia le volte che la cupola sono costituite da archi paralleli e contigui, realizzati con grandi tubi fittili inseriti l’uno dentro l’altro, le cui superfici, sia all’interno che all’esterno, erano ricoperte da intonaco anche colorato.
L’ultimo intervento ha interessato la contrada San Francesco Bisconti, sede di un importante santuario ctonio, dedicato a Demetra e Kore, individuato nel 1979.
L’area sacra si dispiega su terrazzi orientati a est, verso la Cittadella, ciascun terrazzo (quattro quelli identificati, a differenti quote) ospita una serie di edifici sacri di varie tipologie e dimensioni, tra cui alcuni sacelli dotati di nicchie e banchine per deposizioni rituali. Il santuario fu frequentato tra l’età arcaica e quella ellenistica, ovvero tra la fine del VI e il III secolo a.C. Le attuali ricerche della Soprintendenza hanno condotto alla scoperta di un vasto settore del terrazzo mediano consacrato a cerimonie svolte all’aperto, tipiche dei rituali tesmophorici.
fonte: sito dei beni culturali regionale