Il 4 dicembre 1904 la nostra Chiesa viene aperta al culto.
Benedisse il sacro tempio dedicandolo al SS. Salvatore, alla Immacolata e S. Gerlando, patrono della città, l'Arc. Valenti, mentre il Sac. Marullo celebrò la Messa alla presenza di tutte le autorità e di una marea di popolo osannante.
A distanza di 100 anni le comunità ecclesiali di Porto Empedocle si sono ritrovate a festeggiare una ricorrenza tanto importante. Sua Eccellenza mons. Carmelo Ferraro ha celebrato la Santa Messa alla presenza di un popolo osannante, benedetto la nuova sede presidenziale e il nuovo ambone, mensa della Parola di Dio e presieduto il rito di consacrazione dell'Altare.
Una cerimonia ricca di momenti suggestivi. L'unzione con il Crisma, l'incensazione, la sua vestizione e l'illuminazione tutti segni biblici che richiamano alla presenza di Dio tra il suo popolo. E proprio Don Angelo, nel corso della celebrazione non ha mancato sottolineare che: «l'altare è segno eloquente che Dio è ancora presente in mezzo a noi, con la tenerezza e la sollecitudine di un padre».
Un'altra lapide ricorda questa giornata che rimarrà nella storia religiosa empedoclina.
fonte sito comunale
Benedisse il sacro tempio dedicandolo al SS. Salvatore, alla Immacolata e S. Gerlando, patrono della città, l'Arc. Valenti, mentre il Sac. Marullo celebrò la Messa alla presenza di tutte le autorità e di una marea di popolo osannante.
A distanza di 100 anni le comunità ecclesiali di Porto Empedocle si sono ritrovate a festeggiare una ricorrenza tanto importante. Sua Eccellenza mons. Carmelo Ferraro ha celebrato la Santa Messa alla presenza di un popolo osannante, benedetto la nuova sede presidenziale e il nuovo ambone, mensa della Parola di Dio e presieduto il rito di consacrazione dell'Altare.
Una cerimonia ricca di momenti suggestivi. L'unzione con il Crisma, l'incensazione, la sua vestizione e l'illuminazione tutti segni biblici che richiamano alla presenza di Dio tra il suo popolo. E proprio Don Angelo, nel corso della celebrazione non ha mancato sottolineare che: «l'altare è segno eloquente che Dio è ancora presente in mezzo a noi, con la tenerezza e la sollecitudine di un padre».
Un'altra lapide ricorda questa giornata che rimarrà nella storia religiosa empedoclina.
fonte sito comunale