Manifestazioni religiose:
L'uscita della Madonna dalla Chiesa Madre
Festa patronale della Madonna della Provvidenza È la festa più importante della cittadina e si svolge ogni anno nei giorni a cavallo della seconda domenica di agosto; comprende una serie di momenti religiosi e folkloristici molto partecipati, in cui la cittadinanza si riunisce per rendere omaggio alla propria patrona.
Festa di sant'Antonio abate
Il Compatrono di Zafferana si ricorda il 17 gennaio di ogni anno, con una santa messa solenne e un insieme di manifestazioni collaterali che ne arricchiscono il programma. Il culto e la festa di sant'Antonio abate sono stati ripristinati nel 2006, in occasione del 1650º anniversario della morte. Con l'accrescere del culto nei confronti della Patrona Maria Santissima della Provvidenza, l'attenzione religiosa nei confronti del grande santo anacoreta è andata via via scemando, fino a quando, nel 1950 circa, le celebrazioni religiose e folkloristiche in suo onore (benedizione degli animali, accensione del fuoco, processioni) vennero sospese. Ad oggi è stata ripristinata la memoria solenne del santo e l'antichissima tradizione dei “cuddureddi” (ciambelline di pane) che vengono benedetti e distribuiti ai fedeli. Il simulacro di sant'Antonio abate si conserva in Chiesa Madre, su un altare della navata sinistra; è una statua lignea di autore ignoto risalente alla metà del XIX secolo che raffigura l'abate con gli abiti pontificali, mitria e pastorale.
Processione del Corpus Domini
Corpus Domini Dopo la Messa della sera, esce dalla Chiesa Madre il Santissimo Sacramento dell'Altare contenuto in un artistico ostensorio dorato, e coperto da un baldacchino. La processione è preceduta dal corpo bandistico "Città di Zafferana Etnea" e seguita da un grande numero di fedeli. Lungo le strade, principali e di quartiere, l'eucaristia viene accolto da un tappeto di fiori sparsi sul percorso dagli abitanti della zona attraversata: questa tradizione è secolare, e ancora oggi viene praticata con molta devozione in segno di decoro e rispetto a Gesù Sacramentato. I fedeli, inoltre, allestiscono con grande cura, lungo le strade, degli altari per la reposizione e l'adorazione del Santissimo Sacramento. Molti di questi altari, detti comunemente "altarini", risalgono all'Ottocento, tramandandoci un'antica quanto attuale devozione popolare; antichi ricami, preziosi doselli, piccole cappelline in legno decorato, artistici candelieri, rimangono testimonianza di una fede che si rinnova ogni anno in questa festa, molto sentita e partecipata.
Venerdì Santo
La drammatizzazione della passione e morte di Gesù Cristo si ripete a Zafferana Etnea da secoli, associando alla liturgia propria del giorno, riti che giovano ai fedeli per contemplare il mistero della Morte di Cristo, anche con gli occhi oltre che col cuore.
Il Cristo Crocifisso, "svelato" durante le celebrazioni del venerdì santo, sovrasta l'altare maggiore della Chiesa Madre, insieme all'Addolorata e all'apostolo Giovanni.
Al termine della liturgia, esso viene avvolto da un lenzuolo bianco, calato dalla Croce e deposto sul "cataletto", urna utilizzata per portare in processione il Cristo Morto.
Il corteo funebre, molto partecipato e sentito, procede lentamente lungo le strade della cittadina, preceduto dal Cristo Morto, dalla Madre Addolorata e da San Giovanni apostolo.
Il Natale
La notte tra il 24 ed il 25 dicembre, durante la cosiddetta "Messa di Mezzanotte", nella Chiesa Madre gremita di fedeli, si partecipa alla Santa Messa e si assiste, con grande partecipazione ed emozione, alla svelata del Presepe.
La scena che si presenta agli occhi dei fedeli presenti è quella tradizionale della nascita di Gesù e dell'adorazione dei pastori, realizzata sull'altare maggiore con grandi statue ad altezza naturale. Ogni anno un numeroso gruppo di volenterosi si impegnano nella preparazione di questo monumentale Presepe, sempre diverso e sempre carico di sfumature artistiche ed allegoriche che emozionano ed aiutano a raccogliersi in preghiera dinanzi alla scena della Natività.
Fuori, sulla piazza Umberto I, brucia per tutta la notte il grande falò, tradizionalmente chiamato u zuccu.
fonte wikipedia
L'uscita della Madonna dalla Chiesa Madre
Festa patronale della Madonna della Provvidenza È la festa più importante della cittadina e si svolge ogni anno nei giorni a cavallo della seconda domenica di agosto; comprende una serie di momenti religiosi e folkloristici molto partecipati, in cui la cittadinanza si riunisce per rendere omaggio alla propria patrona.
Festa di sant'Antonio abate
Il Compatrono di Zafferana si ricorda il 17 gennaio di ogni anno, con una santa messa solenne e un insieme di manifestazioni collaterali che ne arricchiscono il programma. Il culto e la festa di sant'Antonio abate sono stati ripristinati nel 2006, in occasione del 1650º anniversario della morte. Con l'accrescere del culto nei confronti della Patrona Maria Santissima della Provvidenza, l'attenzione religiosa nei confronti del grande santo anacoreta è andata via via scemando, fino a quando, nel 1950 circa, le celebrazioni religiose e folkloristiche in suo onore (benedizione degli animali, accensione del fuoco, processioni) vennero sospese. Ad oggi è stata ripristinata la memoria solenne del santo e l'antichissima tradizione dei “cuddureddi” (ciambelline di pane) che vengono benedetti e distribuiti ai fedeli. Il simulacro di sant'Antonio abate si conserva in Chiesa Madre, su un altare della navata sinistra; è una statua lignea di autore ignoto risalente alla metà del XIX secolo che raffigura l'abate con gli abiti pontificali, mitria e pastorale.
Processione del Corpus Domini
Corpus Domini Dopo la Messa della sera, esce dalla Chiesa Madre il Santissimo Sacramento dell'Altare contenuto in un artistico ostensorio dorato, e coperto da un baldacchino. La processione è preceduta dal corpo bandistico "Città di Zafferana Etnea" e seguita da un grande numero di fedeli. Lungo le strade, principali e di quartiere, l'eucaristia viene accolto da un tappeto di fiori sparsi sul percorso dagli abitanti della zona attraversata: questa tradizione è secolare, e ancora oggi viene praticata con molta devozione in segno di decoro e rispetto a Gesù Sacramentato. I fedeli, inoltre, allestiscono con grande cura, lungo le strade, degli altari per la reposizione e l'adorazione del Santissimo Sacramento. Molti di questi altari, detti comunemente "altarini", risalgono all'Ottocento, tramandandoci un'antica quanto attuale devozione popolare; antichi ricami, preziosi doselli, piccole cappelline in legno decorato, artistici candelieri, rimangono testimonianza di una fede che si rinnova ogni anno in questa festa, molto sentita e partecipata.
Venerdì Santo
La drammatizzazione della passione e morte di Gesù Cristo si ripete a Zafferana Etnea da secoli, associando alla liturgia propria del giorno, riti che giovano ai fedeli per contemplare il mistero della Morte di Cristo, anche con gli occhi oltre che col cuore.
Il Cristo Crocifisso, "svelato" durante le celebrazioni del venerdì santo, sovrasta l'altare maggiore della Chiesa Madre, insieme all'Addolorata e all'apostolo Giovanni.
Al termine della liturgia, esso viene avvolto da un lenzuolo bianco, calato dalla Croce e deposto sul "cataletto", urna utilizzata per portare in processione il Cristo Morto.
Il corteo funebre, molto partecipato e sentito, procede lentamente lungo le strade della cittadina, preceduto dal Cristo Morto, dalla Madre Addolorata e da San Giovanni apostolo.
Il Natale
La notte tra il 24 ed il 25 dicembre, durante la cosiddetta "Messa di Mezzanotte", nella Chiesa Madre gremita di fedeli, si partecipa alla Santa Messa e si assiste, con grande partecipazione ed emozione, alla svelata del Presepe.
La scena che si presenta agli occhi dei fedeli presenti è quella tradizionale della nascita di Gesù e dell'adorazione dei pastori, realizzata sull'altare maggiore con grandi statue ad altezza naturale. Ogni anno un numeroso gruppo di volenterosi si impegnano nella preparazione di questo monumentale Presepe, sempre diverso e sempre carico di sfumature artistiche ed allegoriche che emozionano ed aiutano a raccogliersi in preghiera dinanzi alla scena della Natività.
Fuori, sulla piazza Umberto I, brucia per tutta la notte il grande falò, tradizionalmente chiamato u zuccu.
fonte wikipedia