Sulla SS 121 per Agira a circa un chilometro e mezzo dal bivio di Nissoria troviamo, sulla collina di contrada Picinosi, i resti di una torre e di una cinta muraria, risalenti al XIV secolo.
Questa fortificazione appartenne a Virgilio, signore della zona, che tradì la casata sveva per Roberto d'Angiò. Successivamente signoria e fortezza furono concesse a Rainaldo di Samo da Federico II di Svevia. Attraverso varie successioni il feudo pervenne ai Montecateno e fu frazionato in piccole parti.
La residenza di contrada Picinosi fu abbandonata nel 1746, quando Rodrigo di Ventimiglia iniziò la costruzione del borgo rurale che oggi è la moderna Nissoria, pochi chilometri più a Ovest. Questi ruderi fanno parte di una folta serie di rocche castellane dell'epoca medievale, abbandonate perché distrutte dai nemici o dai terremoti e sostituite, in qualità di residenze, da nuovi centri abitati fortificati sorti più a valle.
Fonte: GAL Rocca di Cerere
Questa fortificazione appartenne a Virgilio, signore della zona, che tradì la casata sveva per Roberto d'Angiò. Successivamente signoria e fortezza furono concesse a Rainaldo di Samo da Federico II di Svevia. Attraverso varie successioni il feudo pervenne ai Montecateno e fu frazionato in piccole parti.
La residenza di contrada Picinosi fu abbandonata nel 1746, quando Rodrigo di Ventimiglia iniziò la costruzione del borgo rurale che oggi è la moderna Nissoria, pochi chilometri più a Ovest. Questi ruderi fanno parte di una folta serie di rocche castellane dell'epoca medievale, abbandonate perché distrutte dai nemici o dai terremoti e sostituite, in qualità di residenze, da nuovi centri abitati fortificati sorti più a valle.
Fonte: GAL Rocca di Cerere