È stato il primo a raccontare cos’era la mafia e ha anche proposto le modalità per combatterla e sconfiggerla, senza mai dimenticare il valore della giustizia e della libertà, senza mai arrendersi all’arroganza del potere: Leonardo Sciascia, uno dei più importanti intellettuali europei del Novecento.
“La mafia si combatte non con la tensione delle sirene, dei cortei e della terribilità. La mafia si combatte col diritto” scriveva Sciascia negli anni della reazione del Paese all’offensiva scatenata dalla mafia tra il 1978 e il 1983, preoccupato di difendere i principi democratici più importanti, quelli su cui si fonda lo Stato, e di non sacrificarli all’emergenza. Sono parole spiazzanti, moniti controcorrente che paiono demolire i miti che lui stesso aveva contribuito a creare. Uno di questi il carabiniere protagonista del celebre racconto “Il Giorno della Civetta” che tanto assomigliava al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, prefetto di Palermo, l’ufficiale incorruttibile arrivato dal nord per sconfiggere Cosa Nostra e ucciso in un agguato mafioso nel settembre 1982.
Sciascia è stato un narratore capace di anticipare nella finzione, la logica spietata del crimine, un intellettuale lucido, intento a coltivare un senso più profondo della giustizia, contro ogni ipocrisia del potere. Ma anche un politico tenace, scomodo, deciso a impegnarsi in prima persona per far chiarezza sulle vicende oscure della storia.
fonte sito rai storia
“La mafia si combatte non con la tensione delle sirene, dei cortei e della terribilità. La mafia si combatte col diritto” scriveva Sciascia negli anni della reazione del Paese all’offensiva scatenata dalla mafia tra il 1978 e il 1983, preoccupato di difendere i principi democratici più importanti, quelli su cui si fonda lo Stato, e di non sacrificarli all’emergenza. Sono parole spiazzanti, moniti controcorrente che paiono demolire i miti che lui stesso aveva contribuito a creare. Uno di questi il carabiniere protagonista del celebre racconto “Il Giorno della Civetta” che tanto assomigliava al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, prefetto di Palermo, l’ufficiale incorruttibile arrivato dal nord per sconfiggere Cosa Nostra e ucciso in un agguato mafioso nel settembre 1982.
Sciascia è stato un narratore capace di anticipare nella finzione, la logica spietata del crimine, un intellettuale lucido, intento a coltivare un senso più profondo della giustizia, contro ogni ipocrisia del potere. Ma anche un politico tenace, scomodo, deciso a impegnarsi in prima persona per far chiarezza sulle vicende oscure della storia.
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