La Venere di Morgantina una statua proveniente dall'omonimo sito archeologico siciliano, in provincia di Enna. Attualmente la Venere custodita al Paul Getty Museum di Malibu, in California, ma in seguito a un contenzioso protrattosi per anni tra l'Italia e gli Stati Uniti, verr restituita alla Sicilia nel 2010. Il 19 settembre 2009 l'assessore al Turismo della Regione Siciliana Nino Strano ha annunciato che il reperto, dopo un'esposizione al Quirinale, trover la sua sede definitiva ad Aidone.
Descrizione
La Venere (Afrodite) di Morgantina una statua alta 2,20 m, e fu scolpita tra il 425 a.C. e il 400 a.C., durante il periodo nel quale Morgantina venne assegnata a Kamarina, dopo gli accordi di Gela (424 a.c.) voluti da Ermocrate di Siracusa.
Il materiale utilizzato per scolpirla il marmo, impiegato per il viso e per le parti del corpo nude, similarmente alle Metope di Selinunte. Il drappeggio invece in tufo calcareo, che stato accertato provenire dalla Sicilia, secondo le analisi effettuate dagli esperti dalla cava del fiume Irminio.
La Venere, a differenza di quasi tutte le altre statue dell'epoca, rifinite solo frontalmente, lavorata da tutti i lati, dunque doveva essere esposta in un punto centrale, probabilmente nell'agor di Morgantina. Secondo l'ipotesi di molti archeologi e studiosi la statua rappresenta la dea Persefone o la madre Demetra per via di una similtudine con una piccola statua in terracotta presso il Museo archeologico di Aidone. La Dea Persefone era particolarmente venerata a Morgantina presso il Santuario centrale e in quasi tutte le monete coniate dalla zecca di Morgantina sempre raffigurata nel dritto. Addirittura c' una somiglianza del volto della statua con la Persefone velata raffigurata in alcune monete della serie SIKELIOTAN ed in modo particolare con una moneta d'oro (emistatere) coniata nell'anno 212 a.C quando la polis si ribell al giogo romano ed ospit per un certo periodo l'esercito punico di Imilcone e quello siceliota di Ippocrate. Con la mano destra pare che tenesse la fiaccola, un simbolo legato alla Dea Persefone regina degli Inferi (Umberto Digrazia - Malcolm Bell).
Storia
La Venere di Morgantina venne scolpita nel V secolo a.C. in Sicilia, nel sito di Morgantina nei pressi di Aidone (EN). L'autore sarebbe un diretto discepolo di Fidia, operante nella Magna Grecia.
La preziosa statua venne trafugata da Morgantina nella seconda met del Novecento, e venduta al Paul Getty Museum che l'acquist nel 1988 e da allora la espone nelle sue sale come uno dei reperti pi importanti. Nell'asta che port alla vendita della Venere, tenutasi a Londra, essa fu pagata 28 miliardi di lire.
Il 5 marzo del 2001, il Tribunale di Enna condann a 2 anni di reclusione senza benefici di legge e al pagamento di una penale di 40 miliardi di lire il ricettatore della Venere, un ottantenne ticinese, Renzo Canavesi: fu quello il primo caso in Italia di un tribunale che applica una simile sanzione per l'esportazione clandestina di opere d'arte italiane. Dei 40 miliardi di risarcimento richiesti dallo Stato italiano, 20 miliardi corrisponderebbero al valore stimato della statua, e gli altri 20 per danni morali.
Secondo la ricostruzione dei magistrati ennesi, il condannato ticinese avrebbe venduto la Venere di Morgantina all'inizio degli anni ottanta per 400.000 dollari a una societ londinese, la Robing Symes Ltd, che l'avrebbe rivenduta in seguito al Paul Getty Museum, nel 1986, per 10 milioni di dollari. Sempre il Tribunale di Enna accert, grazie a una perizia petrografica della statua, che il tufo in cui intagliata proviene dalla Sicilia, anticipando cos l'esito degli accertamenti scientifici che il Paul Getty Museum ha voluto fare prima di annunciare la restituzione della statua all'Italia.
fonte: wikipedia
Descrizione
La Venere (Afrodite) di Morgantina una statua alta 2,20 m, e fu scolpita tra il 425 a.C. e il 400 a.C., durante il periodo nel quale Morgantina venne assegnata a Kamarina, dopo gli accordi di Gela (424 a.c.) voluti da Ermocrate di Siracusa.
Il materiale utilizzato per scolpirla il marmo, impiegato per il viso e per le parti del corpo nude, similarmente alle Metope di Selinunte. Il drappeggio invece in tufo calcareo, che stato accertato provenire dalla Sicilia, secondo le analisi effettuate dagli esperti dalla cava del fiume Irminio.
La Venere, a differenza di quasi tutte le altre statue dell'epoca, rifinite solo frontalmente, lavorata da tutti i lati, dunque doveva essere esposta in un punto centrale, probabilmente nell'agor di Morgantina. Secondo l'ipotesi di molti archeologi e studiosi la statua rappresenta la dea Persefone o la madre Demetra per via di una similtudine con una piccola statua in terracotta presso il Museo archeologico di Aidone. La Dea Persefone era particolarmente venerata a Morgantina presso il Santuario centrale e in quasi tutte le monete coniate dalla zecca di Morgantina sempre raffigurata nel dritto. Addirittura c' una somiglianza del volto della statua con la Persefone velata raffigurata in alcune monete della serie SIKELIOTAN ed in modo particolare con una moneta d'oro (emistatere) coniata nell'anno 212 a.C quando la polis si ribell al giogo romano ed ospit per un certo periodo l'esercito punico di Imilcone e quello siceliota di Ippocrate. Con la mano destra pare che tenesse la fiaccola, un simbolo legato alla Dea Persefone regina degli Inferi (Umberto Digrazia - Malcolm Bell).
Storia
La Venere di Morgantina venne scolpita nel V secolo a.C. in Sicilia, nel sito di Morgantina nei pressi di Aidone (EN). L'autore sarebbe un diretto discepolo di Fidia, operante nella Magna Grecia.
La preziosa statua venne trafugata da Morgantina nella seconda met del Novecento, e venduta al Paul Getty Museum che l'acquist nel 1988 e da allora la espone nelle sue sale come uno dei reperti pi importanti. Nell'asta che port alla vendita della Venere, tenutasi a Londra, essa fu pagata 28 miliardi di lire.
Il 5 marzo del 2001, il Tribunale di Enna condann a 2 anni di reclusione senza benefici di legge e al pagamento di una penale di 40 miliardi di lire il ricettatore della Venere, un ottantenne ticinese, Renzo Canavesi: fu quello il primo caso in Italia di un tribunale che applica una simile sanzione per l'esportazione clandestina di opere d'arte italiane. Dei 40 miliardi di risarcimento richiesti dallo Stato italiano, 20 miliardi corrisponderebbero al valore stimato della statua, e gli altri 20 per danni morali.
Secondo la ricostruzione dei magistrati ennesi, il condannato ticinese avrebbe venduto la Venere di Morgantina all'inizio degli anni ottanta per 400.000 dollari a una societ londinese, la Robing Symes Ltd, che l'avrebbe rivenduta in seguito al Paul Getty Museum, nel 1986, per 10 milioni di dollari. Sempre il Tribunale di Enna accert, grazie a una perizia petrografica della statua, che il tufo in cui intagliata proviene dalla Sicilia, anticipando cos l'esito degli accertamenti scientifici che il Paul Getty Museum ha voluto fare prima di annunciare la restituzione della statua all'Italia.
fonte: wikipedia