NATALE TURCO (Storiografo)
Catania 25 febbraio 1922 - 18 dicembre 1987
"O Sicilia, o nobili città, vi ha tradite la sorte; voi che foste propugnacolo contro popoli possenti."(IBN HAMDIS).
Nato il 25 febbraio del 1922 a Catania, di famiglia borghese che fu anche agiata fino agli anni Cinquanta, è stato socialista sin dalla giovinezza. Dal 1932 al 1938 compì gli studi classici nel Real Collegio Capizzi di Bronte, dal quale fuggì due volte, e nel Collegio Navale di Brindisi da cui fu dimesso nel maggio 1938, vale a dire espulso ma regolarmente diplomato, per avere sfidato a duello un comandante di marina che durante la tradizionale festa del MAK N 100 si era permesso di chiamare bastardo un suo conterraneo.
Iscrittosi a Giurisprudenza all'Università di Catania, fu allievo del Moscati e del Majorana e discepolo di Guglielmo Sabatini, il quale lo ebbe tanto in stima da permettergli di attendere alla tesi di laureasulle Dottrine di diritto penale e la Scuola positiva italiana quand'era ancora al secondo anno, anche se poi il prof. Scarano, succeduto al Sabatini, non volle confermargliela nel 1954, perchè seguace della Scuola tecnico-giuridica. In quegli anni giovanili scrisse pure per il Teatro e pubblicò due romanzi: Tormenta d'anime nel 1942 e Nitcevo nel 1944.
Nel 1943 fu costretto ad abbandonare gli studi e a darsi alla clandestinità per non rispondere alla chiamata alle armi, fino a quando non giunsero gli Alleati e potè darsi alla lotta di liberazione dell'Isola dal giogo italico. Il suo piccolo saggio " Carte alla mano ", apparso accanto a " La Sicilia ai Siciliani " di Antonio Canépa, diede occasione all'editore Battiato di segnalarlo ai lettori come l'opera prima di " uno dei giovani più degni e preparati della nostra Isola ". Sicilia alla riscossa, Sicilia martire e Sicilia rossa, furono i fogli clandestini che allora diresse, stampò e diffuse assieme a tanti altri compagni.
Nel biennio 1944-45 ebbe l'incarico di propagandare e organizzare l'Indipendentismo nelle province di Catania, Enna, Caltanissetta ed Agrigento, e sebbene costantemente pedinato e perseguitato dalla polizia, riuscì a contattare e a parlare a migliaia di connazionali impegnandoli nella lotta. Nel 1945 portò anche a termine delicate missioni per l' E.V.I.S. e tenne una fitta Corrispondenza con i tre deportati di Ponza.
All'epilogo della lotta con il conseguimento dell'Autonomia, nel 1947 emigrò all'Estero (Spagna, Inghilterra, Austria), rimanendovi fino al 1953, allorquando ritornò a Catania per laurearsi, nel 1954 con 66. Seguì poi per un biennio i corsi romani della Scuola di perfezionamento di diritto penale e dell' Istituto Internazionale di criminologia diretti da Filippo Grispigni, ma all'attività professionale preferì gli amati studi di diritto e di storia e la vita in campagna, fino al 1971.
In quegli anni di buen retiro effettuò perfino tutto un ciclo di audaci opere di trasformazione fondiaria, che però vennero puntualmente vanificate da quel sistema che, dall'indomani dell'Autonomia, aveva già avviato a distruzione l'economia primaria dell'Isola e ogni anelito di rinascita dei Siciliani. Costretto così a ridiscendere in campo per la stessa sopravvivenza, dal novembre 1972 all'aprile 1983 scrisse più di 25.000 fitte pagine, cioè ben 205 tesi di laurea in storia antica, medievale e moderna; in diritto pubblico regionale, costituzionale, penale, ecclesiastico e bancario; in filosofia, pedagogia e didattica; in letteratura latina, cristiana antica, siciliana, italiana, francese, inglese, tedesca e americana; in filologia germanica e romanza; in psicologia e in psicoanalisi; in scienze sociali e politiche ed in economia e commercio. " Lavori su commissione ", se si vuole, ma che per l'impegno stilistico e la serietà delle ricerche si sono imposti almeno all'attenzione di quei 77 " relatori " che li hanno dovuto leggere ed illustrare.
La sua principale opera rimane tuttavia fin'oggi quella " Storia della Nazione Siciliana ", progettata in 4 volumi e di cui è uscito soltanto il I nel 1972 a Catania e la seconda edizione dello stesso nel 1979 a Caracas, mentre il II, il III e il IV volume conclusivo, intitolato appunto " Il secolo della dominazione attuale " sono stati completati nel 1981 e, non potendo essere editi dal CSSSS (del quale fu fondatore insieme a Turi Lima ed altri ricoprendo la carica di Presidente sino alla sua morte ) per l'onere finanziario che essi comportano, attendono l'editore ben piantato ed anticonformista che sia disposto a stamparli. Nel 1982 ha scritto inoltre un saggio intitolato Da Hegel ad Al-Gaddafi. Teoria dello Stato e democrazia diretta nel Libro Verde. Nel 1983 pubblica il volume Essenza della Questione Siciliana edito dal Centro Studi Storico Sociali Siciliani di Catania.
Questo è stato l'uomo, lo storico e, in parte il politico. Ma com'è ovvio egli è stato "unitariamente" considerato un outsider dalla cultura ufficiale e di regime, per la sua dirittura morale robespierreana, per la ortodossa intransigenza ideologica e indipendentista, per la carica dissolvitrice del suo cocente sarcasmo verso tutti i conformisti, i tiepidi, gli acquiescenti, i falsi difensori del legalitarismo e dello Stato di diritto, e verso gli spregevoli collaborazionisti che, inorgogliti come prostitute per la preferenza "amorosa" accordata loro dalla dominazione straniera costituiscono oggi la stragrande maggioranza della fauna politica e culturale di una Sicilia divelta dal suo naturale divenire e legata all'infamia del più inquietante ed ambiguo periodo della sua storia.
Catania 25 febbraio 1922 - 18 dicembre 1987
"O Sicilia, o nobili città, vi ha tradite la sorte; voi che foste propugnacolo contro popoli possenti."(IBN HAMDIS).
Nato il 25 febbraio del 1922 a Catania, di famiglia borghese che fu anche agiata fino agli anni Cinquanta, è stato socialista sin dalla giovinezza. Dal 1932 al 1938 compì gli studi classici nel Real Collegio Capizzi di Bronte, dal quale fuggì due volte, e nel Collegio Navale di Brindisi da cui fu dimesso nel maggio 1938, vale a dire espulso ma regolarmente diplomato, per avere sfidato a duello un comandante di marina che durante la tradizionale festa del MAK N 100 si era permesso di chiamare bastardo un suo conterraneo.
Iscrittosi a Giurisprudenza all'Università di Catania, fu allievo del Moscati e del Majorana e discepolo di Guglielmo Sabatini, il quale lo ebbe tanto in stima da permettergli di attendere alla tesi di laureasulle Dottrine di diritto penale e la Scuola positiva italiana quand'era ancora al secondo anno, anche se poi il prof. Scarano, succeduto al Sabatini, non volle confermargliela nel 1954, perchè seguace della Scuola tecnico-giuridica. In quegli anni giovanili scrisse pure per il Teatro e pubblicò due romanzi: Tormenta d'anime nel 1942 e Nitcevo nel 1944.
Nel 1943 fu costretto ad abbandonare gli studi e a darsi alla clandestinità per non rispondere alla chiamata alle armi, fino a quando non giunsero gli Alleati e potè darsi alla lotta di liberazione dell'Isola dal giogo italico. Il suo piccolo saggio " Carte alla mano ", apparso accanto a " La Sicilia ai Siciliani " di Antonio Canépa, diede occasione all'editore Battiato di segnalarlo ai lettori come l'opera prima di " uno dei giovani più degni e preparati della nostra Isola ". Sicilia alla riscossa, Sicilia martire e Sicilia rossa, furono i fogli clandestini che allora diresse, stampò e diffuse assieme a tanti altri compagni.
Nel biennio 1944-45 ebbe l'incarico di propagandare e organizzare l'Indipendentismo nelle province di Catania, Enna, Caltanissetta ed Agrigento, e sebbene costantemente pedinato e perseguitato dalla polizia, riuscì a contattare e a parlare a migliaia di connazionali impegnandoli nella lotta. Nel 1945 portò anche a termine delicate missioni per l' E.V.I.S. e tenne una fitta Corrispondenza con i tre deportati di Ponza.
All'epilogo della lotta con il conseguimento dell'Autonomia, nel 1947 emigrò all'Estero (Spagna, Inghilterra, Austria), rimanendovi fino al 1953, allorquando ritornò a Catania per laurearsi, nel 1954 con 66. Seguì poi per un biennio i corsi romani della Scuola di perfezionamento di diritto penale e dell' Istituto Internazionale di criminologia diretti da Filippo Grispigni, ma all'attività professionale preferì gli amati studi di diritto e di storia e la vita in campagna, fino al 1971.
In quegli anni di buen retiro effettuò perfino tutto un ciclo di audaci opere di trasformazione fondiaria, che però vennero puntualmente vanificate da quel sistema che, dall'indomani dell'Autonomia, aveva già avviato a distruzione l'economia primaria dell'Isola e ogni anelito di rinascita dei Siciliani. Costretto così a ridiscendere in campo per la stessa sopravvivenza, dal novembre 1972 all'aprile 1983 scrisse più di 25.000 fitte pagine, cioè ben 205 tesi di laurea in storia antica, medievale e moderna; in diritto pubblico regionale, costituzionale, penale, ecclesiastico e bancario; in filosofia, pedagogia e didattica; in letteratura latina, cristiana antica, siciliana, italiana, francese, inglese, tedesca e americana; in filologia germanica e romanza; in psicologia e in psicoanalisi; in scienze sociali e politiche ed in economia e commercio. " Lavori su commissione ", se si vuole, ma che per l'impegno stilistico e la serietà delle ricerche si sono imposti almeno all'attenzione di quei 77 " relatori " che li hanno dovuto leggere ed illustrare.
La sua principale opera rimane tuttavia fin'oggi quella " Storia della Nazione Siciliana ", progettata in 4 volumi e di cui è uscito soltanto il I nel 1972 a Catania e la seconda edizione dello stesso nel 1979 a Caracas, mentre il II, il III e il IV volume conclusivo, intitolato appunto " Il secolo della dominazione attuale " sono stati completati nel 1981 e, non potendo essere editi dal CSSSS (del quale fu fondatore insieme a Turi Lima ed altri ricoprendo la carica di Presidente sino alla sua morte ) per l'onere finanziario che essi comportano, attendono l'editore ben piantato ed anticonformista che sia disposto a stamparli. Nel 1982 ha scritto inoltre un saggio intitolato Da Hegel ad Al-Gaddafi. Teoria dello Stato e democrazia diretta nel Libro Verde. Nel 1983 pubblica il volume Essenza della Questione Siciliana edito dal Centro Studi Storico Sociali Siciliani di Catania.
Questo è stato l'uomo, lo storico e, in parte il politico. Ma com'è ovvio egli è stato "unitariamente" considerato un outsider dalla cultura ufficiale e di regime, per la sua dirittura morale robespierreana, per la ortodossa intransigenza ideologica e indipendentista, per la carica dissolvitrice del suo cocente sarcasmo verso tutti i conformisti, i tiepidi, gli acquiescenti, i falsi difensori del legalitarismo e dello Stato di diritto, e verso gli spregevoli collaborazionisti che, inorgogliti come prostitute per la preferenza "amorosa" accordata loro dalla dominazione straniera costituiscono oggi la stragrande maggioranza della fauna politica e culturale di una Sicilia divelta dal suo naturale divenire e legata all'infamia del più inquietante ed ambiguo periodo della sua storia.