Damocle fu cortigiano di Dionigi, tiranno di Siracusa. Egli soleva magnificare la sorte, la ricchezza e la potenza del suo signore. Ma questi, per fargli capire che la vita del tiranno non è tutta rose, lo fece sedere con sé a lauta mensa, ma con una pesante spada appesa al soffitto per un crine di cavallo in direzione della testa. Sicché di momento in momento il filo si poteva rompere e la spada conficcarglisi sul suo capo. Damocle, atterrito, pregò Dionigi di essere dispensato dall’alto onore di sedere alla mensa reale. Da ciò la frase «Spada di Damocle» per dire pericolo o minaccia che non dà requie.