"Il Giardino della Kolymbetra una piccola valle che, per la sua sorprendente fertilità, somiglia alla valle dell’Eden o ad un angolo della Terra promessa." Abate di Saint Non, 1778
La Kolymbetra è un autentico gioiello archeologico e paesaggistico situato all’interno del Parco della Valle dei Templi, tra il Tempio dei Dioscuri ed il Tempio di Vulcano, tornato alla luce dopo decenni di abbandono.
Di particolare rilievo gli antichi ipogei o "Acquedotti Feaci", gli unici visitabili della Valle dei Templi, risalenti al V° sec. a.C. quando alimentavano l’antica piscina. Ancora oggi sgorgano limpide acque utilizzate per l’irrigazione del Giardino ricco di antichi agrumi, frutti e olivi secolari.
L’antica famosa Colimbètra akragantina era veramente molto più giù, nel punto più basso del pianoro, dove tre vallette si uniscono e le rocce si dividono e la linea dell’aspro ciglione, su cui sorgono i Tempii, è interrotta da una larga apertura.
In quel luogo, ora detto dell’Abbadia bassa, gli Akragantini, cento anni dopo la fondazione della loro città, avevano formato la pescheria, gran bacino d’acqua che si estendeva fino all’Hypsas e la cui diga concorreva col fiume alla fortificazione della
città" da "I vecchi e i giovani" di Luigi Pirandello.
Le origini della Kolymbetra risalgono all’epoca in cui i greci colonizzarono la Sicilia (500 a.C.) e la sua storia è legata allo sviluppo dell’antica città di Akragas. Diodoro Siculo narra che il tiranno Terone affidò all’architetto Feace il compito di progettare un sistema idrico per approvvigionare la città. Parte di questo sistema si concludeva ai piedi dell’urbe, in una grande bacino detto Kolymbetra:
"…una grande vasca…del perimetro di sette stadi….. profonda venti braccia….dove sboccavano gli Acquedotti Feaci, vivaio di ricercata flora e abbondante fauna selvatica…" (Diodoro Siculo I sec. d.C., XI, 25)
Oggi il giardino riassume nei suoi cinque ettari il paesaggio agrario e naturale della Valle dei Templi. Nelle zone più scoscese si trovano lembi intatti di macchia mediterranea; nel torrente che solca il fondovalle ci sono pioppi, salici e tamerici; sugli ampi terrazzamenti, compresi tra suggestive ed alte pareti di calcarenite, un antico agrumeto ricco di tante specie e varietà oramai rare, coltivato secondo le tecniche della tradizione araba.
Negli ultimi decenni del Novecento la Kolymbetra cadde in abbandono sino all’intervento del FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano, a cui il Giardino è stato affidato in concessione dalla Regione Siciliana nell’anno 1999.
Dopo avere provveduto al recupero paesaggistico, il FAI ha restituito al pubblico questa importante testimonianza storica e naturalistica della nostra civiltà. E’ fruibile dal 10 novembre 2001.
Montalbano telefonò a Marinella. Livia era appena rientrata, felice. "Ho
scoperto un posto meraviglioso, sai? "Si chiama Kolymbetra. Pensa, prima
era una vasca gigantesca, scavata dai prigionieri cartaginesi".
"Dov'è?" chiese Montalbano
"Proprio lì, ai templi. Ora è una specie di enorme giardino dell'eden, da poco aperto al pubblico"…………….. Promettimi che un giorno o l’altro ci vai." da "La pazienza del ragno" di Andrea Camilleri
Sellerio editore Palermo, 2004.
Guarda la scheda sul sito del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano
fonte: sito comunale
La Kolymbetra è un autentico gioiello archeologico e paesaggistico situato all’interno del Parco della Valle dei Templi, tra il Tempio dei Dioscuri ed il Tempio di Vulcano, tornato alla luce dopo decenni di abbandono.
Di particolare rilievo gli antichi ipogei o "Acquedotti Feaci", gli unici visitabili della Valle dei Templi, risalenti al V° sec. a.C. quando alimentavano l’antica piscina. Ancora oggi sgorgano limpide acque utilizzate per l’irrigazione del Giardino ricco di antichi agrumi, frutti e olivi secolari.
L’antica famosa Colimbètra akragantina era veramente molto più giù, nel punto più basso del pianoro, dove tre vallette si uniscono e le rocce si dividono e la linea dell’aspro ciglione, su cui sorgono i Tempii, è interrotta da una larga apertura.
In quel luogo, ora detto dell’Abbadia bassa, gli Akragantini, cento anni dopo la fondazione della loro città, avevano formato la pescheria, gran bacino d’acqua che si estendeva fino all’Hypsas e la cui diga concorreva col fiume alla fortificazione della
città" da "I vecchi e i giovani" di Luigi Pirandello.
Le origini della Kolymbetra risalgono all’epoca in cui i greci colonizzarono la Sicilia (500 a.C.) e la sua storia è legata allo sviluppo dell’antica città di Akragas. Diodoro Siculo narra che il tiranno Terone affidò all’architetto Feace il compito di progettare un sistema idrico per approvvigionare la città. Parte di questo sistema si concludeva ai piedi dell’urbe, in una grande bacino detto Kolymbetra:
"…una grande vasca…del perimetro di sette stadi….. profonda venti braccia….dove sboccavano gli Acquedotti Feaci, vivaio di ricercata flora e abbondante fauna selvatica…" (Diodoro Siculo I sec. d.C., XI, 25)
Oggi il giardino riassume nei suoi cinque ettari il paesaggio agrario e naturale della Valle dei Templi. Nelle zone più scoscese si trovano lembi intatti di macchia mediterranea; nel torrente che solca il fondovalle ci sono pioppi, salici e tamerici; sugli ampi terrazzamenti, compresi tra suggestive ed alte pareti di calcarenite, un antico agrumeto ricco di tante specie e varietà oramai rare, coltivato secondo le tecniche della tradizione araba.
Negli ultimi decenni del Novecento la Kolymbetra cadde in abbandono sino all’intervento del FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano, a cui il Giardino è stato affidato in concessione dalla Regione Siciliana nell’anno 1999.
Dopo avere provveduto al recupero paesaggistico, il FAI ha restituito al pubblico questa importante testimonianza storica e naturalistica della nostra civiltà. E’ fruibile dal 10 novembre 2001.
Montalbano telefonò a Marinella. Livia era appena rientrata, felice. "Ho
scoperto un posto meraviglioso, sai? "Si chiama Kolymbetra. Pensa, prima
era una vasca gigantesca, scavata dai prigionieri cartaginesi".
"Dov'è?" chiese Montalbano
"Proprio lì, ai templi. Ora è una specie di enorme giardino dell'eden, da poco aperto al pubblico"…………….. Promettimi che un giorno o l’altro ci vai." da "La pazienza del ragno" di Andrea Camilleri
Sellerio editore Palermo, 2004.
Guarda la scheda sul sito del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano
fonte: sito comunale